Il nome è probabilmente un derivato (diminutivo) di spina, con allusione alla forma spigolosa dei cristalli.
Lo spinello spesso è confuso con il rubino e lo zaffiro. Presenta un colore simile ed è presente negli stessi giacimenti di queste gemme più preziose.
Lo spinello si presenta in parecchi colori: rosso sangue (rosso rubino), rosso arancione, rossastro sino a nero, violaceo-rosato, viola, blu, verde chiaro o scuro. Il colore gemmologicamente più ambito è il rosso.
Lo spinello spesso è confuso con il rubino e lo zaffiro. Molte gemme famose, ritenute un tempo rubini, analizzate con i moderni metodi di indagine sono risultate essere spinelli. Ad esempio il “Rubino del Principe nero” di forma ovale e lungo 5 cm, che si trova nella Corona inglese e il “Rubino di Timur” di 361 ct, montato su una collana di diamanti appartenente anch’essa ai gioielli della Corona inglese, sono in realtà spinelli rossi.
Le principali zone di estrazione si trovano in Sri Lanka, Birmania, Brasile, Thailandia, Afghanistan, Anatolia, U.S.A.
Viene anche prodotto sinteticamente in laboratorio fin dal 1920 in varie colorazioni. Spesso, quando i clienti ci portano da analizzare i cosiddetti “gioielli di famiglia”, il 30% risultano essere spinelli o corindoni sintetici. Lo spinello sintetico di colore azzurro un tempo veniva frequentemente utilizzato come imitazione dell’acquamarina. E’ riconoscibile, oltre che per il diverso indice di rifrazione, per la tipica colorazione azzurra tendente al violetto.
Un’ultima informazione: molti rubini e zaffiri subiscono abitualmente trattamenti termici al fine di migliorarne l’aspetto. Tale operazione risulta più difficoltosa per lo spinello perchè se sottoposto a temperature elevate, col raffreddamento tende a ripristinare la colorazione originale.