Lo smeraldo è la varietà verde del berillo. La tinta ideale è quella che presenta il giusto equilibrio tra colore tipico e trasparenza. La predominanza di uno di questi due fattori rende la pietra o troppo cupa e priva di vita, o troppo pallida e senza “personalità”. Il colore è dovuto alla presenza di Cromo (Cr) e/o Vanadio (Va) a seconda della provenienza. Negli smeraldi colombiani il colore dipende esclusivamente dal cromo, in quelli russi e africani invece il vanadio conferisce una tonalità più simile al verde bottiglia.
Lo smeraldo è associato astrologicamente al mese di maggio ed è quindi considerato l’amuleto per i nati in questo mese.
Cenni storici
Lo smeraldo è la varietà verde del berillo ed è sempre stato tra le gemme di colore preferite ed ammirate. Simbolo di bellezza, tra le altre proprietà, gli è stata attribuita anche quella di svelare la fedeltà di una persona variando il colore. I primi smeraldi conosciuti sono stati estratti intorno al III millennio a.C. nell’Alto Egitto ed impiegati come ornamento esclusivo dei faraoni. In età romana cominciò ad essere sfruttato quello che può essere considerato l’unico giacimento di buon livello in Europa occidentale: la miniera di Habachtal, nel Tirolo austriaco. I romani credevano inoltre che lo smeraldo rilassasse la vista. Si narra che l’imperatore Nerone osservasse i combattimenti dei gladiatori attraverso una lamina di smeraldo (probabilmente era solo vetro verde).
La scoperta dell’America ha rivoluzionato il mercato degli smeraldi. Quando gli spagnoli hanno assoggettato le popolazioni native, si sono impadroniti di numerosi ottimi esemplari di smeraldi, senza però riuscire a scoprirne la provenienza. Solo nella seconda metà del XVI secolo sono stati casualmente identificati i giacimenti dell’area di Muzo e Chivor, in Colombia. Ancora oggi la maggior parte della produzione di smeraldi di origine colombiana proviene da queste due località.
Giacimenti e zone di estrazione
Attualmente lo smeraldo viene estratto, oltre che in Colombia, anche in Brasile, Russia, Nigeria, Mozambico, Zambia, Zimbabwe, Tanzania, Sud Africa e Madagascar.
Gli smeraldi più pregiati provengono dalla Colombia, ma per produzione e qualità si segnalano anche Zambia e Zimbabwe.
Trattamenti migliorativi
Lo smeraldo non è quasi mai puro e spesso presenta fratture che raggiungono la superficie esterna delle pietre tagliate. Per mascherarle è ormai prassi comune trattare le gemme con vari tipi di oli o resine che, penetrando nelle fratture, ne nascondono la presenza sia pur in maniera provvisoria. Il trattamento è condotto in autoclave per permettere al liquido di penetrare in profondità. Si utilizzano vari tipi di oli: alcuni incolori rendono solamente meno evidenti le fratture; altri di colore verde contribuiscono anche ad intensificare la colorazione delle pietre più pallide. Sebbene non esista un comportamento uniforme tra i laboratori di analisi gemmologica, di norma nei certificati è segnalato solo l’uso di oli colorati, dato che modificano fraudolentemente il colore finale della pietra.
Sintesi ed imitazioni
L’unica valida imitazione dello smeraldo, oltre alle doppiette che venivano prodotte in tutti i colori, è stato per secoli il vetro. Una collana di epoca romana, formata da cristalli prismatici di smeraldo, è presente nei Musei Vaticani. Alcuni prismi sono composti in pasta vitrea, poiché probabilmente, l’orafo non aveva a disposizione cristalli sufficienti per completare il gioiello.
Lo smeraldo come quasi ormai tutte le altre gemme, è prodotto oggi anche sinteticamente. Fortunatamente gli smeraldi naturali hanno inclusioni tipiche e diverse da giacimento a giacimento che permettono il riconoscimento da parte del gemmologo.