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Diamante – Guida acquisto – Le 4C

Per acquistare un diamante è necessario comprendere in che modo vengono valutati i diamanti, ovvero in base a quali elementi qualitativi avviene la loro classificazione, le cosiddette 4C.

Acquistare un diamante

Per acquistare un diamante bisogna comprendere in che modo vengono valutati i diamanti, ovvero in base a quali elementi qualitativi avviene la loro classificazione, le cosiddette 4C.

Acquistare un diamante rappresenta un momento importante nella vita di ognuno, sia per l’esborso economico che per il significato, nel caso di un anello tipo solitario, che di solito li si attribuisce. Noi di Gallinari Gioielli, specie per pietre di una certa caratura (superiori a 0,30 carati) raccomandiamo sempre di scegliere diamanti con certificato internazionale.

Esistono diverse organizzazioni che rilasciano certificati gemmologici, ecco di seguito le più conosciute:

Le pietre certificate sono sigillate in blister e/o hanno una incisione laser sulla cintura che ne attesta la relativa certificazione. Per questo motivo di solito nei nostri gioielli, i diamanti singoli superiori a 0,30 carati sono montati dopo la scelta della pietra. Il costo del certificato incide sul prezzo della pietra in genere per almeno 100 euro circa ed è quindi, in proporzione, troppo oneroso per pietre piccole o gioielli che montano più diamanti.

Abbiamo una vasta selezione di montature da abbinare al diamante certificato scelto. Oltre al classico taglio brillante rotondo proponiamo anche gli esclusivi diamanti Leonardo da Vinci Cut con doppia certificazione.

Per acquistare un diamante bisogna comprendere le 4C.

Acquistare un diamante - Le 4C

La classificazione del GIA basata sulle 4C è quella maggiormente riconosciuta a livello internazionale: Cut, Carat, Clarity, Color

Le proporzioni del diamante e il grado di finitura del taglio sono fondamentali per la bellezza della pietra.

Il peso è espresso in carati, ogni carato equivale a 1/5 di grammo. Il carato è suddiviso a sua volta in centesimi, i punti di carato. Le pietre grandi sono più rare a trovarsi di quelle piccole, per tale ragione il peso influenza enormemente il prezzo del diamante: 10 diamanti per complessivi 2 carati possono costare quasi 3000 euro, una singola pietra di due carati può superare i 40.000 euro.

Per purezza s’intende la relativa assenza di caratteristiche interne dette inclusioni e/o irregolarità di superficie.

Il colore nella maggior parte dei diamanti varia dall’incolore al giallo e al bruno. I diamanti commercialmente più trattati riguardano i colori: F, G, H, I, J. Dopo la lettera K, la sfumatura passa al colore giallo e la richiesta si attenua.

Le 4C e il valore del diamante

Per acquistare un diamante bisogna comprendere le 4C. Tralasciando la caratteristica più ovvia, il peso in carati, analizziamo ora nel dettaglio in che modo le altre caratteristiche delle 4C influiscono sul valore e sull’aspetto dei diamanti.

Il taglio e il valore

La qualità del taglio è una caratteristica spesso sottovalutata ma è invece fondamentale per la bellezza stessa del diamante che è dovuta all’interazione della pietra con la luce. Un diamante con proporzioni errate non ha la dovuta brillantezza e può valere anche il 30% in meno rispetto ad uno ben tagliato.

Un bel diamante appare tale grazie a tre effetti ottici evidenti:

L’insieme di tutti i riflessi di luce bianca provenienti dalla pietra.

Lampi di colore emanati dai diamanti sfaccettati.

Lampi di luce che si possono osservare quando il diamante, la fonte luminosa o l’osservatore sono in movimento.

La classificazione del taglio

La classificazione del taglio valuta tre aspetti fondamentali che, insieme al grado di colore e purezza, determinano il valore e la bellezza del diamante:

Gli angoli e le relative misurazioni di una gemma sfaccettata e la relazione tra loro.

L’aspetto superficiale di una gemma tagliata.

La precisione e l’equilibrio del taglio di una gemma finita, un diamante simmetrico presenta un’equa distribuzione di brillantezza, fuoco e scintillio.

Il giudizio complessivo sul taglio viene espresso su questi tre aspetti con i seguenti termini, dal peggiore al migliore: poor, good, very good, excellent.

La cosiddetta fattura del taglio è determinata quindi dalla finitura (la qualità della politura e la precisione del taglio) e dalle proporzioni. Quest’ultime sono fondamentali, poiché nel taglio è stato calcolato che la massima brillantezza emerge solo con determinati angoli di taglio. Un diamante ben tagliato e ben proporzionato, messo a confronto con un altro avente proporzioni errate, ha maggiore brillantezza e quindi maggior valore.

Il taglio ideale

Quando proporzioni, politura e simmetria sono equivalenti a excellent il taglio viene definito Ideal Cut. Il diamante moderno ideal cut è tagliato secondo le formule matematiche appositamente studiate nel 1919 da Marcel Tolkowsky. Questo famoso tagliatore ha creato il brillante rotondo a 58 faccette con gli angoli e le proporzioni di taglio che garantiscono il miglior compromesso tra brillantezza, fuoco e scintillio. Qualsiasi scostamento da queste proporzioni provoca una diminuzione delle caratteristiche descritte e un maggior peso in carati rispetto al diametro della pietra. 

Un vero diamante ideal cut è una fantastica “trappola di luce” che fa ritornare il 96% della luce entrata agli occhi dell’osservatore. Per raggiungere questo traguardo il tagliatore deve essere disposto a sacrificare una parte considerevole di peso in carati del diamante grezzo, per produrre un diamante tagliato più piccolo, ma di bellezza superiore. Per questo motivo i diamanti ideal cut possono valere fino al 20% in più rispetto ad una pietra con un taglio very good.

Il nostro consiglio: il taglio è la caratteristica principale da tenere in considerazione. Questa caratteristica influenza considerevolmente il prezzo. Si possono fare dei compromessi sul colore e sulla purezza, che sono elementi di origine naturale, ma mai compromessi sul taglio. Per questo motivo raccomandiamo valori excellent o very good.

La purezza e il valore

Dato che i diamanti si formano in condizioni estreme di temperatura e pressione, la presenza di eventuali caratteristiche interne ed esterne è molto comune. Quando le cosiddette “caratteristiche di purezza” sono interne, vengono denominate inclusioni, mentre le irregolarità di superficie sono definite  caratteristiche esterne o di superficie (es graffi, tacche, etc.). La presenza di inclusioni ha un impatto maggiore sulla bellezza e sul valore di una gemma rispetto le caratteristiche esterne che possono essere rimosse con relativa facilità. Le inclusioni, pur diminuendo il valore della pietra, permettono l’identificazione e sono utili per la separazione del diamante naturale dal sintetico e dalle imitazioni.

La classificazione della purezza

L’analisi della purezza viene fatta a 10 ingrandimenti con l’ausilio di una lente o di un microscopio.  Il grado di purezza di un diamante è determinato in funzione della natura, della dimensione, della posizione e del numero delle inclusioni. Tale grado è espresso sul certificato con apposite sigle: FL, IF, VVS, VS, SI, I.

tabella della purezza (a 10 ingrandimenti)

Il nostro consiglio: Anche se molti sono affascinati dal concetto di purezza assoluta la presenza di inclusioni fino al grado VS non influisce negativamente sulla bellezza della pietra e facilitano l’identificazione come una sorta di impronta digitale. Volendo ci si può spostare più in basso fino al grado SI2, ma mai sotto, la bellezza ne verrebbe compromessa.

Il colore e il valore

La stragrande maggioranza dei diamanti impiegati in gioielleria presenta un colore che varia dall’incolore a tinte sul giallo o sul marrone. I diamanti veramente privi di colore sono estremamente rari e di conseguenza di maggior valore.

Scala colore GIA

Il sistema di classificazione universalmente adottato attualmente è la scala, elaborata dal GIA, suddivisa in lettere dell’alfabeto, per gradi di tono e saturazione dall’incolore a colori di fondo sempre più evidenti, dalla D alla Z. Quando i diamanti presentano una saturazione di giallo o marrone superiore al grado Z oppure una altra tinta, come l’arancione, il rosa, il blu, etc. sono categorizzati come “Fancy Colour Diamond” (Diamanti di Color Fantasia) e vengono classificati diversamente. I diamanti fancy colour a parità di altre caratteristiche 4C possono valere molto più di un diamante incolore di grado D. Le tinte più rare in assoluto sono il rosso, il verde, il viola e l’arancione, seguono il rosa e il blu. Il giallo e il marrone sono abbastanza comuni.

La classificazione della colore

La classificazione del colore viene fatta da gemmologi analisti esperti confrontando il diamante da esaminare con pietre campione di cui è noto il colore. L’impercettibilità delle distinzioni fra i gradi di colore necessita di attrezzature sofisticate e un alto livello di professionalità che possono essere garantite solo da certificazioni internazionali.

La valutazione del colore viene effettuata osservando la pietra illuminata da una apposita luce diurna attraverso le faccette del padiglione. Di recente la determinazione del colore viene fatta anche con un apposito strumento detto Eos Diamond Gemchrom.

Il colore è più evidente negli esemplari di grandi dimensioni piuttosto che in quelli più piccoli. Solo classificatori esperti sono in grado di distinguere pietre sciolte D, E e F inferiori a 0,25 ct.

I diamanti di grado G, H, e I possono apparire incolori, ad un’osservazione a faccia in su, quando incastonati e per un profano, se inferiori a 0,50 e montati su oro giallo, possono apparire quasi incolori i J, K, e L.

tabella del colore

Il nostro consiglio: La gamma di colore delle pietre più trattate commercialmente va dal grado F al grado J. I gradi D ed E è meglio prenderli in considerazione solo per pietre relativamente piccole, inferiori a 0,30 carati. Per le pietre superiori a questa caratura la differenza di prezzo è invece considerevole, mentre la differenza di colore rispetto ad un grado F o G è impercettibile.  In generale i colori consigliati sono quindi F, G o H.

La fluorescenza e il valore

Un altro aspetto che influenza il valore dei diamanti, anche se non appartiene alle 4C, è la fluorescenza.

La fluorescenza è l’emissione di luce, solitamente bluastra ma può essere di qualsiasi tinta, che alcuni diamanti presentano quando sono esposti alle radiazioni ultraviolette, soprattutto a onde lunghe. Circa il 35% dei diamanti sul mercato presenza fluorescenza.

Una fluorescenza debole in genere non ha influenza sull’aspetto di un diamante; una intensa fluorescenza invece può fare apparire la pietra opaca anche alla luce normale ed influisce quindi negativamente sul suo aspetto e valore.

Scala fluorescenza

In base all’intensità della luce emessa e all’istituto gemmologico che certifica la pietra la fluorescenza viene espressa in cinque gradi:

NONE – VERY SLIGHT o FAINTSLIGHT o MEDIUM – STRONG – VERY STRONG 

scala fluorescenza

Il nostro consiglio: Anche se una forte fluorescenza blu può fare apparire bianco un diamante incolore con un grado di colore inferiore ad H, è comunque meglio evitare. I gradi di fluorescenza influenzano il prezzo dei diamanti sul rapaport. Sono raccomandabili valori di fluorescenza non superiori a SLIGHT o FAINT (debole).

Il Rapaport e la determinazione del prezzo

Rispetto alle altre gemme preziose, la determinazione del prezzo per acquistare un diamante è molto più semplice. Dal 1978 l’azienda Rapaport Group di Anversa, fondata dall’olandese Martin Rapaport, pubblica settimanalmente il Rapaport Diamond Report. Il report è protetto da copyright ed è disponibile sottoscrivendo un relativo abbonamento. Il Rapaport rappresenta lo standard di riferimento per la quotazione dei diamanti. E’ distribuito in due versioni, una per i diamanti incolori taglio brillante rotondo e una per i diamanti incolori taglio fantasia. I diamanti colorati Fancy Color non vengono invece valutati con il Rapaport, i loro prezzi possono superare enormemente i corrispondenti diamanti incolori e seguono l’andamento della domanda e dell’offerta. Generalmente il rosso, il verde, il viola e l’arancione sono le tinte considerate più rare e costose, seguono il rosa e il blu. Il giallo e il marrone sono abbastanza comuni.

Il Rapaport non fornisce prezzi di vendita effettivi, ma rappresenta piuttosto una guida per la trattativa tra gli addetti del settore e una base per la stima del valore dei diamanti. L‘effettivo prezzo finale è stabilito dalla filiera di distribuzione e dalla politica commerciale del rivenditore. Il listino è costituito da una serie di tabelle in cui sono riportate le quotazioni in base alle 4C. I prezzi indicati sono espressi in dollari al carato (iva esclusa), il cambio euro-dollaro influisce quindi sul prezzo finale.

Acquistare un diamante - In conclusione

I sopracitati consigli non devono essere ritenuti vincolanti, ma rappresentano un utile strumento per una scelta consapevole e per un acquisto oculato. Per acquistare un diamante bisogna comprendere le 4C. Una volta compreso il sistema di classificazione delle 4C e stabilito il budget, l’acquirente può decidere, a parità di cifra, di previlegiare il colore o la purezza a discapito della caratura, e quindi della dimensione del diamante, o viceversa.

Articolo tratto in forma abbreviata dalla nostra pubblicazione IL DIAMANTE: la Storia, le Caratteristiche, le Sintesi e le Imitazioni.

IL DIAMANTE: la Storia , le Caratteristiche, le Sintesi e le Imitazioni

Un utile testo per tutti, dagli operatori di settore al semplice appassionato, che descrive e analizza tutti gli aspetti di questa affascinante gemma. Vengono affrontati numerosi temi relativi al mondo del diamante in modo semplice e chiaro. La storia, le curiosità, i miti e gli aneddoti che hanno reso il diamante leggendario. I luoghi e i metodi di estrazione, le proprietà, le caratteristiche, i trattamenti, le sintesi e imitazioni. Infine, gli aspetti commerciali e la valutazione del diamante.

In omaggio alla nostra affezionata clientela. 

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